La sezione RR Lyrae

Da Sezione Stelle Variabili - Unione Astrofili Italiani.

OBIETTIVI DELLA SEZIONE


“Creare un gruppo stabile di osservatori a livello nazionale che raccolga dati osservativi per la creazione di un archivio di lungo periodo, utilizzando una metodologia osservativa condivisa e adatta a garantire il raggiungimento di un livello di qualità necessario per presentare i risultati ottenuti all’esterno del gruppo, e acquisisca ogni giorno nuove competenze che consentano loro di effettuare in autonomia l’analisi preliminare dei dati raccolti e li diffonda alla più ampia comunità scientifica interessata.”

L'obiettivo è certamente ambizioso ma le persone che ho incontrato o comunque conosciuto in altro modo, sono dotate di chiare potenzialità e capacità e motivate quanto basta per ritenere possibile che l'obiettivo sia alla nostra portata. Soffermiamoci un po' più in dettaglio sul significato di alcune parole:

Creare un gruppo stabile di osservatori ... in natura non esiste nulla di illimitato nel tempo ma certamente alcune cose durano più a lungo e sono più stabili di altre. Troppo spesso i gruppi astrofili si formano e si sciolgono nel giro di breve tempo. Gli osservatori di variabili poi sono ancora meno e ancor più soggetti all'evaporazione, per non parlare di coloro che prediligono le variabili pulsanti di breve periodo come le RR Lyrae. Creare quindi un gruppo che duri nel tempo all'interno di un'Associazione solida come l'UAI rappresenta quindi il primo passo. Mi soffermo ancora un attimo sul fatto che si parla di gruppo perchè la più piccola particella del gruppo, il singolo individuo, è spesso travolto dal quotidiano che gli impedisce di riversare tutte le loro energie.

... a livello nazionale ... storicamente i variabilisti italiani sono sempre stati dispersi in piccoli gruppi perseguendo programmi e metodi talvolta anche in contrasto con ovvio spreco di forze ed energie. Torna di nuovo qui il concetto di gruppo già espresso in precedenza all'interno di un'Associazione solida e fortemente organizzzata.

... che raccolga dati osservativi per la creazione di un archivio di lungo periodo, ... qui si entra nel merito delle attività pratiche della sezione: osservare le stelle variabili pulsanti di breve periodo e raccogliere i dati relativi alle loro variazioni di luminosità in un archivio che copra una lunga base temporale.

... utilizzando una metodologia osservativa condivisa ... altro non è che il metodo scientifico. In questa sezione non si inventa nulla di nuovo o comunque assai poco. Si deve invece svolgere l'attività secondo i principi del metodo scientifico che ne consentano quindi la ripetibilità e la condivisione con chiunque altro voglia ripetere la misura. Detto così è molto altisonante ma nel nostro caso non significa altro che seguire quelle poche regole basilari per fare fotometria adottate dalla maggior parte dei gruppi e associazioni a livello mondiale.

... e adatta a garantire il raggiungimento di un livello di qualità ... il metodo da solo non basta ma ci vuole anche la qualità che si raggiunge solo se si desidera migliorarsi cercando di capire quali sono i limiti dei propri strumenti e come fare per raggiungerli. Questo non significa che occorrano strumenti costosi; al contrario spesso si ottengono risultati egregi utilizzando al meglio strumenti all'apparenza semplici e non "blasonati". L'importante è cercare di capire cosa si può fare con il proprio strumento e trovare la strada per farlo.

... necessario per presentare i risultati ottenuti all’esterno del gruppo, ... confrontarsi con gli altri è un atto coraggio largamente compensato dalla crescita che ne consegue.

... e acquisisca ogni giorno nuove competenze... osservare è certamente il primo passo importante ma è auspicabile che l'osservatore voglia capire quello che succede alle stelle che osserva e che significato abbiamo quei numeri e quelle curve di luce che si accumulano notte (serena) dopo notte (serena)

... che consentano loro di effettuare in autonomia l’analisi preliminare dei dati raccolti... una volta imparato come "maneggiare" i dati raccolti, l'osservatore potrà trarre senz'altro grande soddisfazione dal saper far da solo l'analisi dei dati. Questo è sicuramente il punto più alto a cui tendere dopo aver accumulato la necessaria esperienza.

... e li diffonda alla più ampia comunità scientifica interessata. fine ultimo di ogni scienziato (piccolo o grande, dilettante o professionista che sia) è quello di comunicare agli altri quello che ha fatto o semplicemente visto in modo che gli altri possano utilizzarlo.

Dicevano i latini "per aspera ad astera" che può essere più o meno liberamente tradotto così "passando attraverso aspre difficoltà si arriva alle stelle"

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